filosofia

Il nostro concetto di rugby è e rimane quello di prima dell'avvento del professionismo. Pur seguendo il rugby a livello internazionale, scegliamo di aderire a quei tornei laddove è ancora possibile vedere quello che era il rugby due decenni fa, ovvero dove ci sia qualcuno che l'abbia vissuto e possa trasferirci qualcosa del passato (e perchè no, del presente). Siamo quelli che non disdegnano un tighelè tutti ignudi in mezzo ad un prato oppure una bevuta in un social pub fuori nei pressi prima e dopo una partita. Sinceramente sono stomachevoli i non rugbysti che si avvicinano al rugby: - è un bello sport, mi ci identifico... Si salvano in pochissimi...
Io credo che se non hai mai giocato, non puoi innanzitutto capire cosa succede in campo, ma soprattutto intedere le emozioni forti che questo sport suscita.
Ma allora cosa cerchiamo in Nuova Zelanda? Semplice, un'intera isola-stato dove il rugby è sport nazionale, dove anche il più idiota conosce tutti gli aspetti tecnico-tattici (molto di più di quello che un italiano può capirne di calcio) e dove il trasporto per una squadra è cultura, non può che darci ancora una volta delle emozioni che dovremo trasmettere a chi di rugby vorra continuare a vivere.
Siamo anche quelli che non vogliono vedere mai più eventi del genere. Non ci crediamo più: Italia - New Zealand San Siro 14 novembre 2009. A 4 km da casa mia, non sono voluto andare a  vedere 80mila non rugbysti. http://www.iononcero.it/